Vorrei condividere con voi alcune considerazioni relative all’uso dei Content Management System (CMS) proprietari, ovvero sviluppati in proprio da una software house, e quelli basati su piattaforme open source.

Si tratta di una diatriba che viene da lontano, dallo ‘scontro’ che avveniva anche anni fa tra i sostenitori delle soluzioni software proprietarie (windows in testa a tutte) e quelle open (mondo linux). Oggi è un fiorire di siti aziendali realizzati da web agencies che utilizzano Joomla, WordPress, OpenCMS o Drupal per realizzare il sistema di pubblicazione, tutte queste piattaforme non sono così ‘libere’ come si pensa, in realtà, esse proprio per garantire la community che le ha create, che ne cura lo sviluppo ed il mantenimento, seppur non comportando dei costi di licenza, ed essendo di ‘libera distribuzione’ implicano alcuni vincoli legati alla General Public License.

Per rispettare questi vincoli, ad esempio, la licenza non può essere venduta, quello che l’agenzia può farsi riconoscere economicamente sono le installazioni, le attività di personalizzazione, la creazione di un template grafico personalizzato, il data entry ed eventuali verticalizzazioni (ovvero soluzioni studiate e realizzate specificatamente per una azienda o un settore commerciale (ad esempio: un eCommerce specifico per il settore dell’abbigliamento con la gestione del catalogo modello/taglia/colore).

Ma…. e qui spesso si nasconde l’inghippo… ogni sviluppo DERIVATO dalla piattaforma originale sotto licenza GPL deve essere reso disponibile alla comunità, o in modo automatico (ovvero pubblicazione dei sorgenti direttamente sul sito della community) oppure a richiesta di qualsivoglia interessato. Questo ovviamente protegge tutti i dati (testi, immagini, contenuti) pubblicati nel sito dell’azienda XYZ srl, ma non vieta ad un’altra azienda, eventualmente anche concorrente, di usare la medesima ‘verticalizzazione’ per fare un sito proprio sfruttando le personalizzazioni fatte, ma soprattutto pagate da altri. In proposito, segnalo un interessante articolo che considera persino i temi di wordpress come soggetti a licenza GPL in quanto derivati dalla piattaforma software sottostante, e tra le altre cose, a fronte di una richiesta disattesa di rendere disponibile il codice sorgente di una verticalizzazione, il ricorrente può, senza spesa alcuna, segnalare la violazione all’ufficio legale della community GPL che provvede ad una diffida, e successivamente attraverso l’intervento presso l’authority per il mantenimento dei domini, può in breve termine pervenire all’oscuramento del sito web.

Questo mio articolo, non vuole essere una azione di ‘terrorismo psicologico’ in favore dei CMS proprietari ed avverso a quelli open source, quanto piuttosto un invito alla consapevolezza, al prendere decisioni ponderate rispetto alla strategicità del sito web che state andando a realizzare, non ultimo a misurare attraverso queste informazioni la competenza e la professionalità della web agency che vi viene a proporre di realizzare un sito, magari usando una piattaforma open source senza informarvi di queste implicazioni.